
La politica, da tecnica regia al bullismo.
Non mi sono mai occupato di politica, ma sono rimasto molto colpito, alcuni anni fa, di come uno dei più grandi padri della filosofia intendesse questa “tecnica” che lui stesso definì “regia” ossia al di sopra di tutte le altre tecniche. Un pensiero utopistico, ma molto profondo e ideale. Platone è considerato uno dei più grandi filosofi politici della storia. Nel suo famoso dialogo “La Repubblica”, descriveva una tecnica regia come la forma ideale di governo, dove il potere sarebbe stato nelle mani di una “élite filosofica”, che avrebbe governato la città-stato sulla base del bene comune. Secondo Platone, la maggior parte delle persone non ha la capacità di comprendere veramente il bene comune. Solo coloro che hanno una profonda conoscenza della filosofia e della virtù possono comprendere i valori della giustizia, dell’equità e del bene comune per guidare la società in modo efficace. Platone pensava che un governo guidato da una élite di filosofi avrebbe evitato le corruzioni e le degenerazioni che erano insite nel governo democratico, dove il potere era nelle mani della maggioranza (i cosiddetti “demiurghi”). Il filosofo credeva che il compito principale del governo dovesse essere quello di garantire la felicità e il benessere dei cittadini. La società ideale di Platone era basata sul principio della giustizia sociale e dell’uguaglianza. Platone riteneva che in questa società ideale, ogni individuo avrebbe ricevuto l’educazione e le risorse necessarie per svilupparsi in modo equo e conforme alle proprie capacità.
In sintesi, il pensiero politico di Platone era basato sull’ideale di una tecnica regia, guidata da una élite filosofica. Questa élite avrebbe guidato la società sulla base del bene comune e della giustizia sociale, evitando le corruzioni e le degenerazioni del governo democratico. Tale concetto di governo ideale ha influenzato la filosofia politica occidentale per molti secoli. La politica attuale, invece, è spesso caratterizzata da dinamiche viziate e metodi bullizzanti. Questi metodi sono utilizzati da molte persone coinvolte in politica, non solo dai politici ma anche dai loro sostenitori e dai media. L’utilizzo dei social network e dei mezzi di comunicazione moderni ha permesso ai politici di raggiungere un pubblico più vasto e di essere sempre in prima linea sotto i riflettori. Tuttavia, questo l’impegno sempre maggiore richiesto anche ai sostenitori in politica, sta giocando un ruolo importante nella creazione di un clima di conflitto e di diffusione del disprezzo. Gli attacchi personali, le falsità e le accuse infondate sono diventati un punto fermo della politica moderna. Questi comportamenti sono spesso utilizzati come armi per intimidire l’avversario e per scoraggiare gli elettori a votare per il loro avversario. Questi metodi bullizzanti non solo danneggiano la reputazione dei politici, ma minano anche la democrazia stessa. Invece di motivare e ispirare i cittadini a partecipare alla vita civile, questi metodi possono creare disillusione e scoraggiamento. Alcuni potrebbero decidere di rinunciare alla partecipazione alla vita politica a causa del clima poco accogliente e intimidatorio creato dai politici e dai loro sostenitori. L’utilizzo di metodi bullizzanti in politica è una tendenza molto preoccupante. Non solo mettono a rischio la democrazia, ma anche la salute psicologica dei cittadini. La politica dovrebbe invece essere un luogo di confronto e dialogo, che favorisca la cooperazione e il rispetto reciproco, minimizzando l’aggressività e il bullismo. Le dinamiche viziate della politica attuale, che utilizzano metodi bullizzanti e hate speech, sono estremamente preoccupanti. L’uso di linguaggio offensivo e violento ( hate speech) da parte di molti politici e dei loro sostenitori ha contribuito a creare un clima di paura e divisione tra le persone. L’hate speech è un linguaggio che incita all’odio e alla violenza contro individui o gruppi sulla base di alcune delle loro caratteristiche personali, come la loro etnia, religione, genere, orientamento sessuale o identità di genere. Questo tipo di linguaggio non solo causa danni psicologici alle persone che lo subiscono, ma può anche aumentare la probabilità di violenza e discriminazione contro di loro. L’utilizzo del hate speech e del bullismo in politica è spesso motivato dal desiderio di aumentare il proprio potere e di screditare l’avversario. Tuttavia, questi metodi hanno conseguenze molto negative e lunghe conseguenze sulle nostre comunità e sulla nostra democrazia. Invece di utilizzare un linguaggio offensivo, i politici dovrebbero cercare di costruire un clima di rispetto, collaborazione e inclusione. Dovrebbero fornire un esempio positivo per i cittadini e incentivare la partecipazione civile e il dialogo, invece di infiammare il pregiudizio e la polarizzazione.
Il bullismo e il hate speech in politica sono dinamiche viziate che possono contribuire a creare divisione tra le persone e ad aumentare la violenza e la discriminazione. Dobbiamo fare tutto il possibile per sconfiggere questi comportamenti sbagliati e costruire una politica che sia basata sul rispetto e sull’inclusione.(cit. Francesco Caccetta)