Controllo del Vicinato: il vero segnale, non sta nei cartelli!


Immagine1Ogni giorno, le cronache cittadine commentano episodi di furti e rapine in appartamenti e negozi, contribuendo sempre di più a un’esasperazione della percezione dell’insicurezza da parte dei poveri cittadini, troppo impegnati a contrastare la vorticosa routine quotidiana per riflettere meglio su quanto appreso dai media.

Ogni furto è declamato come l’opera di fantomatici e imprendibili criminali altamente specializzati, una sorta di Rambo super accessoriati per abbattere qualsiasi ostacolo pur di entrare in possesso dei nostri beni.

Questo continuo e martellante messaggio mediatico d’irreversibile situazione d’insicurezza, genera apatia e l’idea di una società cattiva, alienata, la metropoli contrattuale, dove le persone sono anonime e la reazione come dice Simmel è quella dell’attitudine blasè cioè delle persone che non si stupiscono mai di nulla, l’attitudine cioè a rifiutare coinvolgimenti emotivi che appare una rinuncia all’empatia.

In realtà le cose non stanno così, e basterebbe approfondire un po’ la materia per capire che l’attuale percezione d’insicurezza deriva da una serie di combinati che spaziano tra la diminuzione del capitale sociale e la sensazione d’irresponsabilità generale che sembra permeare questo momento della storia italiana, ma non dipende, invece, dall’aumento dei furti o del crimine in genere.

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